Gerda - "Your Sister" LP
Black Queer è il nostro quinto album, il risultato degli ultimi due anni della nostra vita di band. E' un disco pesante, non meno degli altri, perché ancora crediamo che esprimere concetti ed immagini estreme attraverso la musica sia la cosa più bella che possiamo fare. Si, è vero, la musica può anche servire a far passare il tempo o divertire. Ma questo non è quello che cerchiamo.
Se prima suonavamo con la volontà di distruggere, ora lo facciamo con una cosciente rabbia per qualcosa che non doveva andare perso e distrutto.
Non è, neanche superficialmente, parte del processo di giovinezza e perdita della stessa. E’ qualcosa che non si è interrotto naturalmente. Diviene discorso interiore e sospeso in noi e nostra essenziale necessità il non lasciarlo più morire. E’ una precisa parola, una che non puoi, che non vuoi e non devi trattenere neanche in faccia agli altri. E’ ciò che veramente sei.
Domani hai tutta una vita davanti. Domani è già troppo tardi. Domani hai tutta una vita davanti.
Black Queer è un altro passo nel nostro percorso di ricerca del caos e della confusione sonora e stilistica. Il nostro linguaggio è sempre più definito dalla permanente sovrapposizione di diverse idee ritmiche, armoniche e liriche, la loro sintesi non è mai conosciuta a priori. Il nostro suono è una forma di vita non è il prodotto di un'officina. Comporre è liberare immagini naturali ed eterogenee e poi aiutarle a sopravvivere insieme dentro lo stesso spazio musicale, nello stesso pentagramma, nello stesso metronomo, dentro la stessa metafora. Non sappiamo né vogliamo sapere come sarà prima di diventare ciò che è.
Certo, non ci inganniamo, esistono generi musicali ed esiste tutto un lessico stilistico con cui si viene a contatto e che inevitabilmente si utilizza o magari si sceglie di non utilizzare ma con cui ci si relaziona per forza di cose, esiste la tradizione.
Chi ci ascolta ha probabilmente già ascoltato tanto punk, hc, post punk, noise, post rock, post hc, rock and roll, garage, kraut, psichedelia, metal, drone, elettronica isolazionista, dark ambient, techno.
Come pure abbiamo fatto noi.
Cosa rimane di tutto questo in Black Queer?
Abbastanza, speriamo, da mantenere un dialogo tra noi e il resto della tradizione a cui sentiamo di appartenere, ma contemporaneamente sappiamo che si tratta di un disco unico.
Dedicato apertamente a Francesco Vilotta, musicista e inquieto inseguitore dell'assoluto. E' un omaggio e un invito a sbattere in faccia anziché nascondere la propria diversità, il proprio essere opposti.
Wallace Records